sabato 31 maggio 2014

Elektradrive - Over The Space

Capita a volte che, nell’esistenza di molte persone, le passioni rappresentino il vero sale della vita, quell’input in più che li spinge ad andare sempre e comunque avanti, e che, il più delle volte, li aiuta a superare anche le avversità più controverse e spigolose, chiamatela follia o fede cieca, ma in un mondo che oramai non ci offre più modelli a cui ispirarsi, le passioni rappresentano l’unico spiraglio di luce in una notte di tempesta. Tutto questo preambolo solo per farvi capire quale sia realmente l’elemento che da sempre anima lo spirito rock degli Elektradrive, formazione storica della scena hard n’heavy torinese che, proprio in questi giorni, festeggia il ventesimo anno, si avete letto bene, dalla pubblicazione dell'immenso “Big City”, terzo step ufficiale pubblicato nel 1992 dall'allora intraprendente Dracma Records. Una vita spesa per lo più a promulgare il verbo del rock melodico, in un paese come il nostro, dove a farla da padrone sono sempre e comunque altri generi della musica dura.

Salve ragazzi e benvenuti sulle vostre pagine, partiamo subito con la prima domanda, dunque, a parte l’anniversario da celebrare, come e quando è nata l'idea di ristampare “Big City”? Temevate di prendere un’altra fregatura come era successo all’epoca di “...Over the Space”?
Alex Jorio – Vedo che sei bene informato su quanto successo con Over The Space, in realtà ci stiamo dedicando a ristampare il nostro intero catalogo affinchè chi ci segue abbia disponibile la nostra storia. Ovviamente alcune edizioni saranno arricchite da bonus e inediti.

Si, anche perché, a parte il mercato più o meno ufficiale, i vostri dischi sono diventati anche dei bootleg russi di bassissima qualità, non vi fa incazzare tutto questo?
Alex Jorio - Anche i dischi di Madonna si trovano come bootleg! Infatti nel caso di “...Over the Space” la cosa ci è dispiaciuta più per il fatto di non essere stati interpellati, e quindi constatare che l’operazione è stata gestita in modo truffaldino tanto da dover ricorrere agli avvocati. Ma in realtà l’operazione almeno ha dato la possibilità al disco di essere riesumato e quindi per la fama della band e la reperibilità dell’opera, almeno ne abbiamo tratto un vantaggio.

Capisco, quindi se non erro, la track list della ristampa, sarà quella della versione giapponese con “Snake ‘92” è così? Non vi sembrano poche solo due bonus track?
Volevamo celebrare il periodo storico trascorso con la Dracma dal 92 al 94, e quindi ci è sembrato logico inserire i due brani che a livello di produzione sonora e compositiva facessero parte di quell’epopea e usciti solo all’epoca su compilations. In realtà questa versione di Big City riserva alcune sorprese di mix che non vogliamo svelare ora.

Si, anche perché sei o sette anni or sono, circolava la notizia di una ristampa di “Let it it survive” con ben sette bonus, solo una bufala?
Come detto la nostra intenzione è quella di rieditare tutto il nostro repertorio ed infatti il progetto “...Over the Space” prevedeva inediti e versioni 45 giri dell’inizio carriera, il master dell’album di cui tu parli esiste, compresi i 7 bonus di cui alcuni registrati durante lo storico live a Padova del 1983 pronto per essere stampato, ma fermato all’epoca per colpa dell’uscita non autorizzata di “...Over the Space” della A&R Production. 

Ok, son passati sempre venti anni, ma quali sono le emozioni e i ricordi che vi portate ancora dentro sulla sessione di registrazione di quel master? Avete qualche simpatico aneddoto da raccontarci?
I ricordi si snodano lungo 3 anni di gestazione dell’album, dato che per almeno un anno abbiamo scritto, e l’anno successivo abbiamo pre-prodotto il lavoro in modo da comprimere al massimo i tempi di registrazione e mix. All’epoca per noi un lavoro molto scientifico rispetto ai precedenti album che erano vissuti con un approccio più live. La rilassatezza della pre-produzione ci permetteva di divertirci in studio tra caricature e fotomontaggi che riempivano i muri e amici che venivano a trovarci e si ritagliavano al momento un ruolo.

Disco che vedeva ai cori alcuni vostri amici come il grande Ivan Appino che, ultimamente, ha rinnegato completamente il suo passato, decidendo un radicale cambiamento, cosa ne pensate?
Ivan è sempre stato un artista molto particolare oltre che un estimatore e amico della band che, come hai ricordato, ha partecipato ai cori nell’album, e come tutti gli artisti imprevedibile e volubile ma con una presenza live incredibile. Ha fatto una scelta che sicuramente ha ponderato, e che persegue, per cui non posso che stimarlo anche nel suo “radicalismo”.

Un disco che all’epoca, doveva essere quello della definitiva consacrazione, d’altronde la stampa ed il pubblico, avevano risposto bene, invece, cosa accadde al domani della fine del mini tour promozionale?
E’ successo quello che succede a tante famiglie quando i genitori si separano e i figli non capiscono bene il perché. Big City a livello compositivo e di responsabilità in quanto terzo album decisivo per tutte le band, ci aveva spremuto parecchio e decidemmo di concederci una lunga pausa per non mettere a repentaglio i nostri rapporti di amicizia. In più eravamo entrati tutti nel trentesimo anno di età e le prospettive musicali di ognuno di noi erano cambiate e le aspettative non soddisfatte. Quindi non è stato uno scioglimento vero e proprio, ma come amiamo dire un “congelamento” del progetto Elektradrive. 

Ok, perfetto, in tutti questi anni, in che modo è cambiato il vostro modo di rapportarvi alla musica suonata e concepita?
Siamo maturati insieme alla nostra musica che è tornata alle nostre radici, come il fatto di ritornare un quartetto come nei primi anni 80 quando ci chiamavamo ancora Overdrive. Ora conosciamo i trucchi del mestiere, suoniamo e scriviamo ancora meglio e quindi possiamo fare tutto da soli e ritenerci soddisfatti del fatto che abbiamo una nicchia di pubblico che ci apprezza e ci segue e la stampa che ci considera ancora.

Si, anche perché il sogno di diventare delle rock star, deve essere svanito negli anni, o mai dire mai?
La Rock Star è uno stato molto diverso dall’essere un artista o un musicista, puoi esserlo senza per forza essere un personaggio pubblico che non può più uscire per strada, poi in Italia succede solo ai calciatori. Svanita la smania di successo dei 20 anni, è bello andare in giro a suonare quasi tenessimo delle conferenze sugli Elektradrive dove i fans arrivano con le borsate dei tuoi album da autografare e storie da ascoltare.

È di pochi giorni or sono la notizia della tragica scomparsa del grande Ronnie Montrose, un musicista/produttore che, se non erro, aveva credevo molto nelle vostre qualità artistiche, dico bene?
Sono stato personalmente a cena con Ronnie a L.A. quando nel 98 pensavamo di fargli produrre un nuovo lavoro dal titolo Scheme. Ronnie sin da “...Over the Space” è sempre stato interessato alla nostra musica che, grazie alle influenze sui synth, sposava la sua passione condivisa. Montrose era stato influenzato dagli Zeppelin che in America fecero lo stesso effetto devastante di altri albionici colleghi come i Beatles, dando vita ad una nuova corrente di Heavy Rock che ha fatto scuola dai Van Halen in poi. Successivamente con i Gamma, Ronnie aveva sperimentato una forma di Rock futuristico che noi abbiamo sempre apprezzato e che ci ha influenzato nelle nostre prime composizioni avvicinato al suono di stampo britannico classico, altra nostra grande passione, che è stata la ricetta segreta di “...Over the Space”.

Quindi dalle tue parole deduco che “Scheme” è e rimarrà un disco inedito per sempre…..
“Scheme” era frutto di composizioni realizzate con una nuova line up, con giovani musicisti molto dotati, ma alla voce non ci sarebbe stato Elio, e quindi era difficile giustificare un album degli Elektradrive senza la voce dei primi tre album. Non è detto che qualche pezzo di “Scheme” non venga alla luce prima o poi ricantato da Elio e suonato dalla formazione originale.

Sfatiamo una leggenda metropolitana, secondo la quale, ai tempi del vostro soggiorno in Usa, vi fu proposto un contratto discografico con una fantomatica label americana, ma rifiutaste perché alcuni di voi non se la sentirono di lasciare il proprio posto di lavoro, per compiere quello che, senz’ombra di dubbio, era un vero e proprio salto nel buio…..
La leggenda non dice che quando incontravamo musicisti famosi e produttori, nessuno credesse che noi fossimo privi di contratto in Italia, cosa impensabile negli States, dato che chi fa’ musica deve avere un contratto per legge, e da loro è la base di questa professione. Ci chiesero di rimanere 6 mesi per farci conoscere e arrivare ad un contratto, ma alcuni di noi avevano già famiglia e decidere a 30 anni è diverso che a 20. Ultimamente però abbiamo parlato di tornarci a suonare per vedere se facciamo ancora la nostra figura ..ah ah ah!

Come sta procedendo la stesura del nuovo materiale? Pensate che il deal firmato con la Valery possa proseguire anche per il nuovo disco, oppure, se ve ne sarà data la possibilità, pensate di cambia etichetta?
Al momento l’uscita della ristampa di “Big City” è l’unico deal che abbiamo con Dracma, in quanto produttore dell’originale. Con Valery non siamo più sotto contratto, ma Niky continua ad essere un nostro grande amico ed estimatore, è stata una scelta dettata dalla nostra voglia di essere indipendenti. Al momento non abbiamo in programma un nuovo album, e faremo promozione per divulgare “Big City” , poi entro l’anno, cercheremo di ristampare anche un’edizione speciale di “DUE” e fare uscire il nostro primo live “Livedrive”.

Non avete pensato di pubblicare anche in versione auto prodotta un live acustico, visto che è una veste che vi si addice parecchio?
Come annunciato abbiamo pronto e mixato un live elettrico “Livedrive” che contiene classici degli Elektradrive, più parte del nuovo repertorio di “Living4” e che restituisce pienamente la forza e la qualità di una nostra performance. Al momento non sappiamo ancora per quale etichetta uscirà.

Prima di finire, che fine ha fatto Eugenio Manassero? Fa ancora parte delle vostre amicizie, o anche lui ha dato un taglio con il passato?

Eugenio fa parte di ogni progetto Elektradrive che preveda ristampe o riedizioni in quanto autore e quinto membro all’epoca delle uscite. Al momento non suona per dedicarsi ad altre attività come le vere Rock Star, oltre che essere ben disponibile a ricordare aneddoti e avventure condivise insieme. Poi gli Elektradrive devono dedicarsi anche ai loro 10 figli …praticamente una squadra di calcio!

Ok, siamo veramente alla fine, ti lascio la parola.
Chiuderei con una citazione da “...Over the Space”… ”Elektradrive non è solo musica per le vostre orecchie ma anche per la vostra immaginazione”. 

Intervista a cura di Beppe Diana

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