domenica 9 febbraio 2014

Lucid Dream - The Eleventh Illusion

Li potremmo definire una formazione retro vintage, anche perchè in occasione del loro secondo capitolo discografico, i savonesi Lucid Dreams sono riusciti, in poco più di tre quarti d’ora a loro disposizione, a rinverdire quella passione per quell’hard rock di classe, squisitamente d'impostazione anni settanta, lo stesso partorito fra le lande brumose poste al di la della manica circa un trentennio addietro, arrivando ad imbastire un discorso compositivo che riesce, in più occasioni, a farsi apprezzare per l’energia e la vitalità sprigionata.

E proprio come per il precedente “Visions from cosmos 11”, anche per il nuovo “The Eleventh Illusion”, le forze messe in campo sono ancora una volta smodate, produzione e registrazione d'alto rango, ed un song writng sicuramente più maturo ed omogeneo che in passato, per un risultato finale che, pur non rinnegando le proprie radici formative, riesce a risultare coinvolgente, e questo grazie ad atmosfere e melodie dotate di una spiccata fruibilità di fondo, che pongono i nostri sullo stesso piano dei vari Rival Sons, The Answear ed Eldorado.

Moderatamente razionali, altre volte sicuramente più riflessivi e visionari, a livello puramente lirico i Lucid Dream sono in grado di servirsi di riferimenti mistici, riuscendo a tracciare un sottile filo d’Arianna fra realtà ed immaginazione, ed ascoltando brani di spessore come ad esempio “Leave me alone” e “Back to Cosmos11”, poste a metà strada fra un torrido incrocio di rock d’impostazione classica, e ritmi più sostenuti, che si dipanano fra reminiscenze di Led Zeppelin ed Aereosmith, non si può che rimanere entusiasti.

Di tutt'altro appiglio l’abrasiva “The lightseeker”, dall’incedere quasi ipnotico, mentre se la corrosiva “Evolution” sembra il giusto tributo a formazioni come Free e Bad Company, brano dotato di un’ottimo airplay radiofonico, il lirismo poetico che s’insinua fra le trame della tenue “Two suns in the sunrise”, delicata nel suo incedere persuasivo, non fa altro che infondere maggiore considerazione e rispetto per questa piccola grande realtà del panorama musicale tricolore!!!

Intenso, vibrante ed emozionante, cosa chiedere di più ad un album autoprodotto di questa portata?
(Beppe Diana)

Lucid Dream Official Facebook

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